lunedì 27 giugno 2011

Grande festa di fine Campagna Referendaria

LUNEDI 13 GIUGNO ALLE ORE 18
IN PIAZZA RE ENZO A BOLOGNA
hanno fatto festa.

 Il grande risultato conseguito è prima di tutto la vittoria della gente "comune", di tutti coloro che da tempo non avevano più fiducia nella politica e nei politici, perchè già da tempo avevano capito di non essere ascoltati, di non contare più niente, e che ora hanno sperato, giustamente, di potere tornare ad essere ascoltati.
ITALIA NOSTRA assieme ad altre associazioni facendosi parte attiva di questa campagna ha lottato assieme a tutti loro ed ha vinto.
Ma sappiamo benissimo che questo è un punto di partenza perchè chi fino a ieri è stato sordo alla voce di chi sosteneva che l'acqua assieme a tutti i servizi (raccolta rifiuti, ecc) non deve dare luogo a profitti e deve essere gestita socialmente, che occorre fare una scelta energetica epocale, cercherà di fare passare il tempo senza fare nulla in queste direzioni, sperando che noi tutti ci dimentichiamo così da poter continuare sulla vecchia strada.
Noi non ci dimenticheremo.  Siamo pronti a ricordarglielo ogni giorno, ogni momento, perchè è in gioco qualcosa di troppo grande: 
 IL FUTURO  DI TUTTI NOI E SOPRATTUTTO DELLE PROSSIME GENERAZIONI
                                                      Per il Comitato Referendario
                                                               Maurizio Vicinelli
                                                  (Direttivo di Italia Nostra Bologna)

lunedì 9 maggio 2011

IN NOME DEL POPOLO SOVRANO

E' necessario fare molta chiarezza riguardo l'aspetto giuridico collegato agli attuali referendum, per evitare che la confusione che è stata intenzionalmente creata attorno ad essi abbia il suo perverso effetto, quello cioè di indurre molti elettori a disinteressarsene e a non recarsi alle urne credendo che "ormai" lo scippo sia riuscito.  
Pubblichiamo perciò con immenso piacere l'intervento inviatoci dall'Avv. EUGENIO OROPALLO (cassazionista), che segue.
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In nome del popolo sovrano

Non è una novità che il sistema politico italiano stia scivolando lentamente ma inesorabilmente verso una deriva autoritaria. Non è un caso che ormai il governo attuale legiferi a colpi di decreti-legge, forte della larga maggioranza di cui gode in Parlamento il quale di fatto è espropriato dei legittimi poteri che gli sono attribuiti dalla Costituzione, in primis quello di legiferare. Non è un caso che il Presidente del Consiglio ha accentrato, sua sponte, una serie di poteri che non gli spettano, sottraendo al controllo costituzionale degli altri organi dello Stato il volume di spesa della Presidenza.
La vicenda recente dei referendum abrogativi ne è la più aperta conferma.
 Il governo che – tramite il suo Presidente – si appella continuamente al responso del corpo elettorale per legittimare il suo primato politico, non ha ritenuto questa volta che gli elettori fossero in grado di poter esprimere il loro personale convincimento perché negativamente condizionati, a parere del Governo, dalla recente tragedia di Fukushima.

Ma veniamo a chiarire innanzitutto la vicenda sotto il profilo giuridico. Sulla scorta della richiesta di referendum firmata da oltre due milioni di cittadini, senza il sostegno dei partiti, la Corte Costituzionale con pronuncia n. 28 del 26.1.2011 dichiara “ammissibile la richiesta di referendum abrogativo dell’art. 23 bis l. 25.6.2008 n. 112 e con modificazioni, nella l. 6.8.2008 n. 133, limitatamente alle seguenti parti: art. 7 comma 1, lett. d) realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare; della l. 23.7.2009 n. 99, limitatamente alle seguenti parti: art. 25 comma 1°, limitatamente alle parole: “della localizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare” e di altri provvedimenti analoghi sempre riferibili al piano nucleare del governo.
Si tratta, in concreto, di verificare se sia legittima o meno la scelta del nucleare dell’attuale governo, in antitesi a quanto gli italiani avevano già deciso in precedenza quando avevano chiaramente espresso la loro volontà di rinunciare al nucleare.
Oltre che sul nucleare, il referendum toccava altri due punti della politica attuale del governo: la privatizzazione dell’acqua (2) e il legittimo impedimento. Sono questi i quesiti su cui il corpo elettorale è stato chiamato ad esprimersi.
Con successivo decreto del Presidente della Repubblica del 23.3.2011 viene indetto il referendum popolare per l’abrogazione parziale dei testi normativi sopra richiamati per cui successivamente viene fissata la data del 12 giugno per lo svolgimento del test referendario.

Sennonché, a sorpresa con successivo decreto legge del 31.3.2011, il Governo all’art. 5 stabilisce che allo scopo di acquisire ulteriori evidenze scientifiche sui parametri di sicurezza…per un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto resta sospesa l’efficacia delle disposizioni”.
In pratica, si tratta di una moratoria delle norme che si ritenevano abrogare per cui, secondo l’avviso espresso dal Governo, non v’è più motivo di ricorrere al referendum abrogativo essendo sospesa l’efficacia delle norme.
Avviso dal quale ci sentiamo, sul piano strettamente giuridico, di dissociarci in quanto la sospensione dell’efficacia della norma non è sinonimo di abrogazione della norma per cui è da ritenersi legittimo il ricorso al referendum.

L’obiettivo di questa maldestra manovra del Governo in carica viene rivelato dallo stesso Presidente del Consiglio il quale candidamente ha dichiarato che la manovra anti-referendum era solo un espediente per aggirare l’emozione sollevata dal disastro di Fukushima, per riprendere poi il programma nucleare di qui a qualche anno quando l’opinione pubblica potrebbe essere più disponibile per una ripresa del nucleare.

Si tratta dell’ennesima truffa giocata agli elettori, privati del loro potere – quello riconosciuto costituzionalmente – di poter incidere sulle scelte del legislatore. Anzi, è stato ripetutamente affermato che quello del referendum è l’unico strumento di democrazia diretta per cui questo tentativo di limitare la volontà del corpo elettorale ci sembra davvero clamorosa.

Ancora, per una corretta analisi, c’è da aggiungere che la Corte Costituzionale fin dal 1978 ha ribadito che è possibile non tenere più il referendum solo quando siano stati del tutto abbandonati “i principi ispiratori della complessiva disciplina preesistente” e ciò si può ragionevolmente escludere a fronte del tenore letterale dell’emendamento sul nucleare adottato dal Governo, che si limita solo a sospendere per un anno l’efficacia della norma.
Certo è che l’Ufficio Centrale del referendum potrebbe essere chiamato a pronunciarsi ancora sull’ipotesi referendaria per cui la partita può dirsi tutt’altro che chiusa, come vorrebbe il Governo in carica.

Al contrario, riteniamo che esistano buoni e legittimi motivi che il referendum venga confermato.
A meno che non si voglia far passare questo ennesimo abuso di potere nei confronti dei cittadini cui si vuole impedire di far sentire la propria voce, quale che sia la loro opinione.


Cesena – maggio 2011


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venerdì 6 maggio 2011

UNA BATTAGLIA PER LA DEMOCRAZIA

Un'altro obbiettivo comune delle (per ora) tre associazioni ambientaliste che a Bologna (ma anche in tutta l'Emilia ed in tutta Italia) si sono unite per camminare insieme sulla strada dello sviluppo sostenibile e della Democrazia Reale è quello dei REFERENDUM che il 12 e 13 giugno prossimi siamo chiamati a votare.
        Ho detto DEMOCRAZIA REALE perchè anche se in tanti parlano di Democrazia molti in realtà desiderano solo un CONSENSO su decisioni già prese e sovente decisioni che vanno nel senso opposto rispetto ai bisogni ed agli interessi dei Cittadini.
        E questo si manifesta apertamente e violentemente quando i Cittadini pretendono sul serio di dire la loro  opinione.   
        Come sta accadendo ad esempio sul NUCLEARE, già rifiutato dal popolo italiano nel 1984 e fatto rientrare dalla finestra con qualche "furbizia giuridico-procedurale".  Quando tramite questo referendum i cittadini italiani si apprestano di nuovo e con forza a rifiutarlo ecco che si inventano nuovamente altri "cavilli procedurali" per fermarlo e si cerca di evitare persino che se ne parli, impedendone l'accesso agli spazi di informazione che per regolamento gli spetterebbero a partire da 60 giorni prima attraverso la RAI e che a tutt'oggi sono stati fermati, ancora una volta con cavilli ed ostruzioni varie.
        Naturalmente si sta cercando qualche escamotage per "sterelizzare" anche quello sul ritorno all' "ACQUA PUBBLICA" magari facendo crollare la tensione che è salita tantissimo fino ad oggi attorno ai referendum e che sicuramente avrebbe portato a raggiungere il quorum ed a vincere su tutti.
        A seguire una novella breve, che potremmo definire "di fantapolitica?" O forse no?

       " Insomma non scherziamo (pare dicano) vi abbiamo già concesso democraticamente di eleggerci, ed ora pretendete anche di dire la vostra su cose di tale rilevanza, quando noi ci siamo già impegnati col governo francese ad assicurargli l'acquisto del suo nucleare in cambio del nostro debito (500M.Euro)?  E non appena facendo buon viso a cattivo gioco accettiamo di rimandare il tutto per un po' (un anno o due) ed in cambio gli assicuriamo l'affare della privatizzazione dell'acqua a beneficio di una delle sue multinazionali ancora continuate a "rompere" ?
      
 SI. SI. SI. SI.